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Immagine del redattoreMarco Frongia

CI HANNO MENTITO SU SUPER MARIO BROS. 2!

Se qualcuno di voi ha giocato a Super Mario Bros. 2, potrebbe trovare sorprendente scoprire che quel gioco sia uscito prima negli Stati Uniti, poi in Europa e solo più tardi in Giappone.


Com'è possibile che un giovane nintendaro della Florida, potenzialmente, abbia messo le mani sul sequel di un titolo di così grande successo ben quattro anni prima di un collega nipponico?

Beh, il motivo è semplice: quel Super Mario Bros. 2 non è il vero Super Mario Bros. 2.


Il vero Super Mario Bros. 2

Se oggi dal Giappone nessuno si fa più problemi a lanciarci in faccia giochi estremamente punitivi in termini di difficoltà (sto guardando proprio lei, Miyazaki-san), negli anni Ottanta non era sempre così.

Il vero seguito di Super Mario fu infatti ritenuto "troppo difficile" per noi occidentali. Quindi non ci provarono neppure a venderlo dalle nostre parti - anche perché, va detto, non ebbe grande successo in patria. Arrivò in punta di piedi solo nel 1993, sotto il titolo di Super Mario Bros. - The lost levels, nel mitologico Super Mario All Stars per Super Nintendo.


Ok, ma quindi noi a cosa abbiamo giocato?


Super Mario 2 è Doki Doki Panic!

Avete letto bene: nel 1988, pur di darci in pasto un sequel di Mario, Nintendo lanciò sul mercato occidentale un Super Mario Bros. 2 che altro non era se non il reskin di un altro gioco.

Dalle parti di Kyoto pensarono bene di prendere un platform noto come Doki Doki Panic, modificare gli sprite dei personaggi e qualche meccanica, e spacciarlo per un nuovo capitolo della allora giovanissima saga dei fratelli Mario.

Per fortuna i motivi per sentirsi un po' presi in giro dalla nostra amata Nintendo finiscono qui. Non è che nel gioco succedessero cose deludenti tipo "Alla fine si scopre che era tutto un sogno di Mario", per cui non dovremm...


...ah, no: succede pure quello.

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